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Assunta (martedì 23 febbraio 2010) Categoria: Altro
Parroco eredita ma........
Ore 1:33 del 23-02 2010
Pensavo di avere ormai sentito di tutto, ma ogni giorno ne sento di nuove che mi lasciano esterrefatta ed incredula.
Don Ernesto Moro, parroco di Seano (una frazione di Carmignano, in provincia di Prato) ha inviato una lettera ai suoi parrocchiani chiedendo loro 25.000 euro per comprare le nuove campane. La richiesta è sacrosanta e finquì nulla da eccepire, se non fosse che il suddetto parroco, ha recentemente ereditato oltre cinque milioni di euro da una donna deceduta nel 2004. Tutto regolare, dichiara il parroco, e mentre il vescovo sostiene che l'eredità appartiene alla parrocchia, il sacerdote non ci pensa nemmeno a tirar fuori un solo euro per il bene della comunità e anzi, senza batter ciglio, chiede ai parrocchiani il sacrificio dell'acquisto delle campane. Forse io non capisco, o forse mi sono persa qualche cosa, ma dov'è andato a finire l'amore verso i fratelli, aiutare chi ha bisogno, il voto di povertà. A parer mio, sono queste cose che (fra le altre) fanno vacillare chi crede. Un pastore, non si "dovrebbe" comportare sempre correttamente con i suoi parrocchiani a prescindere dall'eredità? Con tutto il marasma che sta succedendo, è il caso di dire: non c'è più religione!
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renato.favali@alice.it (Anonimo) (mercoledì 24 febbraio 2010)
Cara Assunta,nulla in contrario visto che ogni cittadino è libero di decidere e di offrire, come e quanto vuole a chi ne ha di bisogno,un proprio contributo in denaro.A puro titolo informativo Ti comunico che le DIOCESI sono azioniste di banche e proprietarie di titoli, senza contare poi gli immobili intorno alle Basiliche,oltre a negozi e appartamenti sparsi nelle centralissime vie.Una vera potenza finanziaria sotto il segno del Signore!!!!Ma di certo i preti sanno benissimo che gran parte del capitale della Chiesa viene investito in imprese industriali e finanziarie a gestione capitalista,quindi, in società che pensano solo al lucro .Sanno, anche, di possedere centinaia di magnifici palazzi, mentre il suo popolo più derelitto vive in capanne e sulla nuda terra, sanno, anche, che basterebbe vendere una sola proprietà fra le migliori possedute dalla Chiesa,con la quale salverebbero dalla morte per fame migliaia di cristiani.Però non sono così sciocco di dire ai Vescovi che dovrebbero seguire il Vangelo e spogliarsi di tutto per dare ai poveri.Quelli del Vangelo erano altri tempi,oggi viviamo in un sistema capitalistico dove non è bene vendere gli immobili perchè aumentano ogni giorno di valore,dove è meglio "far lavorare il denaro" piuttosto che sacrificarlo in iniziative benefiche.Sarebbe comunque opportuno che le parrocchie incominciassero a pubblicare il proprio patrimonio,affinchè la collettività sappia,come e in quale misura fare della carità cristiana.Ma se è vero che l'esempio deve venire dall'alto e se è vero che conta più delle parole, è giunta l'ora che la Chiesa apra il proprio patrimonio per fare della carità cristiana. Siamo o non siamo Cristiani. Con stima ti Saluto . renato.favali@alice.it
Assunta (mercoledì 24 febbraio 2010)
21:56 del 24-02-2010
Caro Renato Favali, mi hai portata in un mondo a me sconosciuto, evidentemente con la mia ingenuità per certi versi, vivo in un altro mondo. Tutto questo "sottobosco" mi ha fatto pensare che: se tutto quello che dici è vero, non c'è più speranza, non ci può salvare più nessuno, se chi predica il bene e l'amore è più capitalista degli altri, è finita per noi poveri mortali. Che tristezza! Pensare che basterebbe fare poco per fare tanto, ma evidentemente io vivo nel mondo dei sogni, e nella realtà invece a nessuno importa di nessuno. Quando penso che la mia mamma, si toglie anche il necessario per far del bene, l'esempio (dovrebbe) vinire dall'alto, ma parte sempre dal basso, dalla povera gente, che sacrifica di suo, per le opere di carità. Che dire, sono senza parole. Nel ringraziarti per il tuo intervento, ti saluto con simpatia. Assunta
Nik (mercoledì 24 febbraio 2010)
Cara Assunta, se realmente le cose stanno cosi', faccio fatica nel considerare questo don Ernesto uomo del Signore e ministro di Dio. Che pena! Brevemente desidero ricordare la figura di mio zio, Fra Giuseppe Maria, morto oltre 15 anni fa. Quando passo' a miglior vita, la sola cosa che lasciò a mio padre, fu un orologio; di quelli da taschino, marca Perseo in dotazione al personale delle ferrovie dello stato, avuto in regalo da un suo amico macchinista per non gravare sul bilancio dei padri vocazionisti, l'ordine a cui apparteneva. Ora, quell'orologio vecchio e consunto ma perfettamente funzionante, è passato a me e ogni tanto lo tiro dal cassetto per dargli corda e farlo camminare un po.' Che altro aggiungere ? Piu' passa il tempo e piu' la figura di mio zio mi appare gigantesca come gigantesca era la sua incrollabile fede e la sua estrema poverta'; quella fede da me sempre invidiata, cercata, inseguita, anelata. Quell'orologio è l'unica cosa che mi resta di lui e spesso lo stringo tra le mani quasi a voler cercare quel trasporto verso il Trascendente che da sempre mi manca e a cui tanto aspiro nonostante il tempo, intransigente, scivoli via, impietoso e, a volte, beffardo. La vicenda del prete di Seano mi amareggia ma non mi stupisce, mi ha dato pero' lo spunto di ricordare mio zio unitamente alla gioia nell'inviargli, stasera, via etere un affettuoso abbraccio. 24/2/2010 h 23,15 Grazie per l'ascolto Assunta e felice notte.
Assunta (giovedì 25 febbraio 2010)
0:18 del 25-02-2010
Carissimo amico Nik, è sempre un gran piacere leggerti. Con il racconto su tuo zio, hai riscattato in qualche maniera, la vita "opulenta" e "capitalistica" di una certa parte della chiesa. Mi piace pensare che nel clero non sono tutti come li ha descritti L'amico Renato, trovo che il suo racconto stride un po con le continue prediche sull'amore per il prossimo e sull'aiutare la povera gente, anche se non ho motivo per dubitare delle sue parole. Anch'io come te sono rimasta amareggiata, per il comportamento come dire....un po troppo egoista di quel parroco.
Il tuo racconto nel ricordare tuo zio Giuseppe Maria, mi ha fatto venire alla mente, che in un cassetto anch'io possiedo un "Perseo" è la cipolla che la ferrovia ha dato in dotazione a mio marito, quando prestava servizio sui treni un qualità capo-treno prima e controllore poi, peccato che l'ultimo incarico non l'ha potuto svolgere per malattia. ora di quel periodo sono rimasti appunto il Perseo e una pergamena di "Benemerito della rotaia" a suo nome. Questi purtroppo sono i risvolti della vita.
I tuoi racconti hanno un qualche cosa che sa di tenerezza e di malinconia, nonchè tanta tanta dolcezza. Felice notte anche a te, con affetto.
Anonimo (giovedì 25 febbraio 2010)
La faccenda non sta proprio come dici te, Don Ernesto ha detto che darà l'eredità ai poveri, ancora non poteva disporne perchè c'era un processo per stabilire quali fossero i veri eredi.... e comunque, il Vescovo Bianchi, non ha detto che deve lasciare tutto alla parrocchia....
Ha detto che i beni intestati a lui,alla sua persona, sono suoi, ma visto che è un prete deve rispettare i valori evangelici e se, è intenzionato a destinarli alle parrocchie che lo faccia, ma renda tutto trasparente.
Il Vescovo lo sostiene nella sua intenzione di destinare tutto ai poveri.
Non dimenticatevi mai, che c'è gente, che per rabbia , si diverte a buttare fango gratuitamente sulle persone...specialmente sui cristiani
Assunta (giovedì 25 febbraio 2010)
20:30 Del 25-02.2010
Ti ringrazio del tuo chiarimento, io ho riportato papale, papale, ciò che ha detto il telegiornale, non ho messo nulla di mio, anche perchè sono cattolica e quella notizia mi ha un po infastidita. Comunque quando ne hanno parlato al notiziario, non parlavano certo di donazioni ai poveri, se poi hanno pensato di girare le cose, ne sono contenta, evidentemente si saranno resi conto che per la chiesa cattolica, questi comportamenti non sono propriamente consoni al comportamento di un buon cristiano. Nessuno ha buttato fango, anche perchè non c'è nessun interesse a farlo. Buona serata caro/a anonimo/a. L'importante è parlarne e confrontarsi.
mafalda (giovedì 25 febbraio 2010)
"Chi invece scandalizza............sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare. È inevitabile che avvengano scandali, ma guai all'uomo per colpa del quale avviene lo scandalo!"
Ringrazio anch'io l'amico anonimo che ha fatto chiarezza in questa situazione incresciosa .Purtroppo è sempre valido il detto "FA PIU' RUMORE UN ALBERO CHE CADE CHE UNA FORESTA CHE CRESCE "Per colpa di qualche prete un po' " light " , vengono messi in cattiva luce , anche sacerdoti , frati , missionari che donano la loro vita per i fratelli più sfortunati . Un pensiero va ai frati minori rinnovati di Palermo , che vivono in povertà , e in perfetta armonia con la regola di S. Francesco .I loro sai rattoppati , i loro sandali riparati con il laccio , il loro spostarsi tra le strade della città in autostop, la loro porta del convento (delle vecchie vetture di treno , accomodate ad alloggi )sempre aperta per il bisognoso , mi fa credere che ci sono ancora dei testimoni fedeli e silenziosi , il resto non conta .
Assunta (giovedì 25 febbraio 2010)
22:16 del 25-02-2010
Cara Mafalda, che in un cesto di mele belle rosse e gustose ci sia sempre qualche frutto marcio, è assodato. I preti un po come dici tu: "light" dovrebbero essere allontanati, ma non allontanati da una parrocchia per metterli in un'altra, ma proprio allontanati dalla chiesa e fare dell'altro, perchè il vestito talare conterà ben qualche cosa. Pensavo di raccontare questa notizia a voi cari amici per scambiare quattro chiacchiere sull'argomento, perchè il comportamento di quel sacerdote, mi sembrava un po fuori dalle righe e non per criticare l'operato della chiesa tutta, anche perchè sollevando un masso, non si sa mai cosa si trova sotto, ed io per mia abitudine, parlo soltanto di quello che posso sostenere e non di ciò che non sono a conoscenza. un abbraccio!!!!
Renato Favali (Anonimo) (sabato 27 febbraio 2010)

Non rispondo mai agli ANONIMI lo struzzo è un animale che non mi piace!
Rrnato Favali Legnago (VR)
Assunta (sabato 27 febbraio 2010)
20:15 del 27-02-2010
L'anonimato non è mai simpatico, però bisogna dire che non siamo tutti uguali, tante volte per timidezza, l'essere anonimi aiuta ad esprimere il proprio pensiero in piena libertà, cosa che magari ad alcune persone riuscirebbe difficile in maniera normale. Purtroppo è così! Non te la prendere.
Ti auguro una buona domenica. Ciao Renato.
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